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Biblioteche di Livorno

Nell'ambito del catalogo collettivo dei beni culturali del territorio livornese si colloca la sezione dedicata agli arredi. I vari monumenti che abbelliscono la città di Livorno sono stati censiti, puliti e catalogati all'interno di un ampio progetto di valorizzazione del patrimonio lapideo nel tessuto cittadino, che ha interessato anche l'arte funeraria. Il catalogo offre alla consultazione schede OA di livello inventariale, redatte secondo il modello ministeriale standardizzato dall'ICCD, con l'aggiunta di alcuni campi descrittivi. Presentiamo la sezione con alcune note.

Livorno ha conosciuto, nel corso della sua storia, profonde trasformazioni che si riflettono anche nella vicenda dei suoi monumenti. Fatta eccezione per il celebre gruppo dedicato a Ferdinando I de Medici detto dei Quattro Mori, vero e proprio emblema della città, e la statua dedicata a Pietro Leopoldo di Lorena, due sono state le stagioni determinanti per l'attuale arredo: il XIX secolo e la seconda guerra mondiale. La fortuna della scultura celebrativa dell'Ottocento, il progressivo affermarsi degli ideali libertari che affidavano ai monumenti il ruolo di memoria e esempio della virtù dei grandi uomini ha trovato qui significativi episodi. Quella stagione si è aperta con l'attacco e la demolizione del Leopoldo II di Lorena nella nuovissima Piazza del Voltone (Piazza della Repubblica) durante i moti popolari del 1849 ed è proseguita con la realizzazione delle statue degli eroi risorgimentali: Camillo Benso Conte di Cavour (1871); Garibaldi (1882); Francesco Domenico Guerrazzi (1885); Vittorio Emanuele II di Savoia (1892); il monumento alle Otto vittime livornesi nel Cimitero comunale (1881); Luigi Orlando (1898). Esemplari per i suoi contenuti libertari e i nuovi valori borghesi i gruppi raffiguranti l'Esule sul confine nell'atto di separarsi dalla famiglia, di Temistocle Guerrazzi, e la Madre educatrice di Paolo Emilio Demi. Dopo la prima guerra mondiale sono sorti in tutta Italia cippi, targhe, monumenti in memoria dei moltissimi caduti: non più la celebrazione dei singoli eroi, ma in generale ai morti in battaglia, alle vittime della guerra. Livorno ricorda i propri Caduti per la patria con un articolato monumento di fronte alla Chiesa del Soccorso e con varie statue nei cimiteri. La grande guerra ha imposto gravi cambiamenti: molte opere sono state smontate per la protezione antiaerea e in seguito ricollocate in spazi diversi, secondo le esigente dei piani di ricostruzione. Si è aperta poi la serie di monumenti dedicati agli artisti locali, statue e busti, molti dei quali in arredo al giardino della Villa Fabbricotti, che attiguo alla Pinacoteca, ha assunto nel secondo dopoguerra il ruolo di importante spazio pubblico. Tra questi spicca il monumento a Giovanni Fattori di Valmore Gemignani, in origine collocato nello slargo della Piazza del Picchetto. Le schede sono corredate da immagini che permettono l'immediata identificazione dell'oggetto a cui fanno riferimento.

Emilia Bartolotti

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